L’economia italiana si dirige verso una fase di crescita debole ed il Pil non riuscirà mai a superare il +1% all’anno. Questo è quanto ipotizza il centro studi di Confindustria (Csc) nella sua analisi mensile. Nel terzo trimestre la crescita sarà vicina allo 0 con grande debolezza della domanda interna, affievolimento di quella estera, ed enormi ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie. L’analisi del Csc, evidenzia che gli indicatori puntano a una nuova e prolungata fase di variazioni del Pil che difficilmente andranno al di sopra dell’1% annuo”. Il Csc porta alla memoria anche il fatto che l’attività industriale nel terzo trimestre parte dal -0,3% derivante dal secondo. Gli indicatori qualitativi sono in generale regresso, mentre gli indici Pmi hanno rilevato in giugno una diminuzione degli ordini nel manifatturiero (47,5, minimo da 20 mesi, da 51,1) e nel terziario (47,4, da 50,1). Il quadro è , quindi, preoccupante, con l’anticipatore Ocse sempre in decremento ed il Pmi in zona recessione nel manifatturiero e nei servizi, con ordini in discesa. Senza parlare poi dell’occupazione , che è ai minimi storici. I consumi sono piatti e l’aumento dei tassi Bce impedisce inoltre la ripresa e aggrava le difficoltà dei debitori, soprattutto con il credito bancario sempre molto selettivo.