Quando la segnalazione in Centrale Rischi non impedisce il prestito

In momenti di difficile situazione economica, la richiesta di piccoli prestiti può essere sempre più frequente da parte di persone e famiglie che non riescono a far fronte a tutte le spese con la sola propria fonte di reddito.

Di solito non si tratta di grandi somme (fino a 5mila euro) e sono prestiti per liquidità, con il vantaggio di poter disporre liberamente della cifra senza dovere rendere conto del motivo per cui si è richiesta alla banca o alla finanziaria cui ci si è rivolti.

 

Funzionamento, indicazioni e vantaggi

Innanzi tutto, la grande comodità di questo tipo di prestiti è che non richiedono la presenza di un garante e sono erogati in tempi piuttosto brevi (2-3 giorni lavorativi). In più, lo possono domandare anche le persone inserite nella Centrale Rischi, visto che la somma è bassa, con le modalità che si vedranno di seguito.

Per richiederli, bisogna presentare all’istituto di credito la carta d’identità, i documenti riguardanti il proprio reddito, che siano busta paga, certificato unico dipendente, pensione o altro. Non è detto che sia chiesto anche l’estratto conto, ma è meglio portarlo in caso di necessità per evitare di dover tornare una seconda volta.

 

A chi rivolgersi

I tassi d’interesse nel corso del tempo salgono e scendono e in questo momento sembrano essere abbastanza convenienti, soprattutto se si fa domanda a istituti come:

  • Findomestic. Propone finanziamenti a dipendenti pubblici, privati e pensionati con una percentuale di circa il 7%. Non sono finalizzati, per cui non è necessario specificare il motivo della richiesta.
  • Unicredit. Il secondo gruppo bancario italiano offre condizioni di finanziamento convenienti e tassi competitivi, oltre che l’erogazione in tempi brevi.
  • Agos Ducato. Propone finanziamenti a ogni tipo di lavoratore, con tassi d’interesse pari a quelli di Findomestic.

 

Centrale Rischi

Anche se si è protestati o segnalati alla Centrale Rischi, si può fare domanda di finanziamento. È sufficiente avere una busta paga o pensione, da cui verrà tolto il quinto. L’operazione sarà fatta dal datore di lavoro, che provvederà a corrispondere all’istituto di credito la somma. Questa, tuttavia, non deve superare il 20% del reddito complessivo del richiedente.

La situazione, invece, è diversa per chi risulta un cattivo pagatore per importi molto più alti, pari o superiori a 30mila euro. In questo caso non è possibile accedere al credito presso nessun istituto, salvo la presenza di un garante, la cessione del quinto o un prestito cambializzato.